martedì 11 dicembre 2007

sabato 11 agosto 2007

LA SCIMMIA ED IL BAMBINO

Piacevole sorpresa stamane sul sito di Repubblica: pubblicate una serie di foto di Gregory Colbert, fotografo canadese se non erro, che ha ritratto animali nel loro ambiente naturale e che interagiscono con gli uomini in perfetta simbiosi: non ci sono volti spaventati perchè un animale ha sfiorato la pelle, non c'è un bambino che pianga al contatto con un gigante come l'elefante.
Che dire poi della foto con la scimma allungata verso l'acqua?
Non so esattamente cosa volesse comunicare l'autore di questi capolavori con le sue foto, ma quanto è certo è che sicuramente ha mosso gli animi di chi le guarda...e il seppia ha tutto il suo effetto.
http://www.ashesandsnow.org/

lunedì 6 agosto 2007

Upside Down Jack Johnson



sabato 4 agosto 2007

VACATION TIME

Arrrrggggh!
15 millions italian in viaggio.
Vacanze. Mare. Sole (si spera dati le ultime giornate).
Quasi come uno di quei servizi stridentissimi di studio aperto vi volgio riportare ad altre immagini.
Lavoro. Ufficio. Computer. Città arroventata.
Quest anno va così, at home, seguendo la tendenza generale pronosticata ad inizio giugno (si diceva: tot milioni di italiani rinunceranno alle vacanze).
Con molta lungimiranza, looking forward, pensando al futuro, mettila come vuoi, sto già bene al pensiero dell'estate che finisce e la foto in alto dice tutto.


BUONE VACANZE -
HAVE A SAFE TRIP-
BONNE VOYAGE-

Non abbandonate i cani
Dite agli anziani di stare in casa durantele ore più calde del pomeriggio
Fate tanti bagni e tuffi anche per quelli che sono a casa.

venerdì 20 luglio 2007

LA FINE DI UN CAPITOLO

E' strano...oggi ho finito tutti gli esami del ciclo di laurea triennale alla quale sono iscritta.
E' uno di quei momenti in cui capisci che devi fare come il punto della situazione: ti guardi indietro e ti vedi che entri per la prima volta all'Università (con la U maiuscola perchè da matricola la vedi come una super istituzione) spaesata, con la classica mancanza del senso dell'orientamento che ti distingue, un po' bambina, ancora incantata e ancora troppo nella scuola superiore.
Uno dietro l'altro poi gli esami, i corsi, ancora gli esami e poi i corsi; tutto questo è stato per tre anni la tua routine accanto ai lavoretti fine settimanali per poter essere un po' più autonoma. Nuove facce che attraversano i tuoi anni, ci lasciano magari anche qualche traccia, nuove amicizie, sole e piscina e libri.
Non so, tre anni non li reputo poi molti, ma se mi guardo indietro vedo che la bimba che ero e che mi fa molta tenerezza a pensarla se ne è andata e un po' mi dispiace. Mi vedo adesso, comunque sempre un po' spaesata e senza senso dell'orientamento, ma diversa.
Non credo siano stati i corsi, (nulla di trascendentale tra l' altro), neppure le persone; c'è chi sostiene possa essere l'esperienza e tutti questi elementi insieme, fatto sta che devi metterti per lo slancio finale. E poi?
E poi non puoi rimanere un solo attimo ferma, ormai il futuro è come se ti stesse inghiottendo. Non mi ammettono a quella facoltà? Ok, valigie, Londra, Ny,Barcellona.
Ma non potrei semplicemente godermi la bellezza della fine??

venerdì 15 giugno 2007

I SO LOVE THEM!


Se si dovesse premiare una rubrica di un quotidiano online senza dubbio, questa sarebbe LE IMMAGINI dal sito di Repubblica. Ogni giorno deliziano con delle fotografie fantastiche, molto particolari e suddivise per temi; c'è stata la volta degli on the road statunitensi, del viaggio in India, dei personaggi famosi deformati ed abbruttiti, ma stamattina involontariamente mi è stato fatto un regalo di compleanno stupendo: una serie di immagini di caramelle, divise per colore e per forme.
La cosa mi ha fatto tornare indietro nel passato, quando la domenica si compravano i sacchetti di quelle schifezzuole gelatinose e colorate da smangiucchiarsi per passare il tempo su una giostra facendo due chiacchiere con le amiche. I jelly-orsetti che vedevo solo nelle occasioni più belle, le caramelle schifosissime attaccate alle collanine, che mangiavo per inerzia, la liquirizia della quale sono ghiottissima.
Il mio regalo di compleanno (involontario) firmato da Craig Kanarick!

http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/candy/candy.html

La sua mostra, Eye Candy, è stata aperta il 9 Marzo al Dylan's Candy Bar, 3rd Avenue, NYC, of course!


martedì 12 giugno 2007

STAY - ELISA



You did not dare say a single word
I did not dare ask for something more
I’ve kept my questions secret deep inside
But I wish I could have let you know about
A time when I would have said

Wait, and please stay
Did you mean to push me away?
Please wait and just stay
Did you want it to be this way?

Would you want to know what I've been through?
(Through all this time... all this time)
Would you want to know I have missed you too
(And I have you on my mind)
And you've been and you will be a part of me
(That I can't find)
And you've been forgiven for your silence
All this time when I would have said

Wait, and please stay
Did you mean to push me away?
Please wait and just say
Is there a way that could replace
The times you never said
How've you been?
Do you need anything?
Want you to know I'm here?
Want you to feel me near?

Yeah...and I hope
I hope that you will find your way
Yeah...and I hope
I hope there will be better days

Please wait, and just stay
(Please stay)
Did you mean to push me away?
Please wait, and just stay
(Wait, just stay)
Did you want it to be this way?
Wait, please say
(Yeah, and I hope)
I hope that you will find your way
Please wait, and just stay
(Wait, and I hope)
I hope there will be better days

Hey hey...

Wait
Please stay
Just stay
Please wait


Chi non vorrebbe urlare in faccia a qualcuno queste parole?? Credo sia capitato un po' a tutti di vivere nella contraddizione di voler rimanere ma poi di lasciar stare, di andare oltre .."i hope that you will find your way"... spesso per paura di ferire non si dice, non si fa, non si osa, non si vive.
A questo proposito ho letto un libro giusto ieri: di Stephen Chbosky - Ragazzo da parete.
Se stai zitto, se non prensdi decisioni, se non manifesti la tua voce e ti adegui sempre e solo a quanto dicono gli altri finisci davvero come un decoro..qualcuno che c'è ma che non dà segno della sua personalità. Qualcuno che per forza di cose viene dimenticato.
Troppo spesso succede e succede a troppi. Spesso dimentichiamo di osare, perchè solo così possiamo dire di essere davvero presenti. Quanto mi viene da dire in questa mattina triste è DARE! osa, in inglese.
Ascoltatevi la canzone...ne vale comunque la pena.

BRESCIA CON GUSTO

Brescia con gusto. E con 40€.
Incuriosita dall'evento ho cercato di informarmi su BRESCIA CON GUSTO, che si terrà il 15/06/2007 nel centro della città.
L'evento cerca di promuovere le specialità del territorio, in particolare è legato a Slow Food, associazione presente in Italia solo dal 1986 e che prmuove il diritto del piacere a tavola.
Saranno disponibili ben 5 percorsi che si snoderanno in tutto il centro storico.
Con il pass del valore di 40€ si può avere un aperitivo, due primi piatti, due secondi piatti, due formaggi, un dolce un caffè e dieci diversi vini. E' vero che è conveniente avere un pass per tutti gli assaggi, ma si sa che nessuno farà un'intera cena in un solo locale; il senso della passeggiata in centro verrebbe perso. Negli itinerari sono incluse anche le zone delle università con i loro chiostri.
Un'iniziativa importante si terrà in un'isola appositamente creata in Piazza Loggia, dove i produttori potranno far conoscere in modo diretto i prodotti ai consumatori.
Un modo come un altro per riconsocere la ricchezza culturale di Brescia; non c'è da stancarsi a ripeterlo: il cibo e le produzioni tipiche sono parte della cultura di un territorio, segnano la specializzazione non solo a livello commerciale ma di tradizioni e storia.
Quale altra forma d'arte si può gustare in modo così piacevole???

sabato 26 maggio 2007

CANTINE APERTE:CAPRIANO DEL COLLE

Con le prime giornate di caldo estivo sicuramente non si poteva non pensare ad un evento tutto rustico e bucolico. Quale migliore occasione per esplorare centri e borghi minori se non quella di conoscerli attraverso la tipicità dei loro prodotti?
Ecco l’evento: Cantine Aperte 2007 che si terrà domenica 27 maggio. Alla sua quindicesima edizione, promossa dal Movimento Turismo del Vino, Cantine Aperte è un’ottima occasione per sapere qualcosa in più su un prodotto che ci caratterizza e che meglio riesce a dare anche all’estero l’idea della specificità geografica italiana.
Una visita alle cantine è anche un modo per conoscere meglio ciò che si consuma, in un panorama economico dove la qualità, la sua tutela, l’originalità nella lavorazione la fanno da padroni. Inoltre sono previsti appuntamenti collaterali di carattere gastronomico e culturale: la tipicità delle campagne dove si produce vino facilita infatti questa connessione: spesso, infatti nelle campagne si possono trovare pievi antiche, cascine che risalgono a qualche secolo fa. Solo recentemente si stanno invece scoprendo percorsi naturali da associare alla produzione del vino.
Non c’è da dimenticare che la produzione agricola è un primo passo per la conoscenza di un territorio e della sua gente: spesso ci riflettiamo nell’ambiente in cui viviamo perché le caratteristiche morfologiche e climatiche ci influenzano anche se spesso non ce en rendiamo conto; d’altro canto è anche vero che l’uomo nei secoli ha modificato il paesaggio ed il territorio sfruttandone e conoscendone le particolarità. E’ in questo modo che dobbiamo intendere il valore dei prodotti tipici; ciò che è autentico ha un legame vero e totale con il territorio.

Tutti sanno che la Regione Toscana in quanto a vino e legame con il territorio primeggia. Da buona lombarda legata alla sua terra ed alle tradizioni posso dire che con un po’ di sforzo ci sono zone che meritano una grande attenzione pure qui. Fra queste voglio citare Capriano del Colle e Montenetto, a sud di Brescia; Capriano del Colle è un vino abbastanza conosciuto ed apprezzato…ma quanti conoscono o sono già stati nel territorio in cui lo si produce? E’ una zona molto limitata che comprende le campagne di Poncarale e Capriano del Colle. Una piacevole passeggiata vi potrebbe far scoprire una campagna che diventerà a tutti gli effetti un Parco Regionale. Le possibilità per arrivarci sono molteplici, ma consiglio di percorrere la pista ciclabile Brescia-Cremona: alcune vedute sono davvero imperdibili.

Per quanto riguarda Cantine Aperte, aderiscono:

Az. Agr. La Vigna di Anna Botti 25020 - CAPRIANO DEL COLLE Tel: +39 030 9748061

Az. Agr. Lazzari G & D Via Mella, 49 - 25020 - CAPRIANO DEL COLLE Tel: +39 030 9747387

Az. Agr. San Michele Via Parrocchia, 12 - 25020 - CAPRIANO DEL COLLE


Cantine Aperte – 27 maggio 2007

giovedì 24 maggio 2007

PLACEBO A BRESCIA 30/06/2007

Il Brescia Summer Festival quest'anno è ricco di nomi importanti. Fra questi i Placebo, gruppo nato in una scuola lussemburghese dalle due menti geniali di Brian Molko e Stefan Olsdal.
I due prenderanno per un po' strade diverse ma saranno desitnati a rincontrarsi a south Kensington a Londra, dove Brian si era trasferito per studiare arte drammatica. Il caso volle che Stefan avesse una chitarra, che Brian dovesse fare un concerto acustico in un locale accompagnato da un batterista, allora già impegnato con un altro gruppo, guarda un po' che si chiamava Steve Hewitt. Così nascono i Placebo. E dal 1996 il resto diventa storia.
Affascinano non solo per la musica mista rock alternativa e perchè ci sanno fare davvero, ma anche per la voce di Molko che è qualcosa di unico. Se poi aggiungiamo i testi spesso taglienti.
Carica allo stato puro.
Brescia ce li porta proprio in Piazza Duomo il 30/06/2007 alle ore 21.30. Un evento da non perdere davvero!!
Metto il testo di Song to say Goodbye che mi ha fatto innamorare dalle prime note introduttive.

Song To Say Goodbye
http://www.youtube.com/watch?v=HO0bPjCCdsg

You are one of God's mistakes
You crying, tragic waste of skin
I'm well aware of how it aches
And you still won't let me in. Now I'm breaking down your door
To try and save your swollen face
Though I don't like you anymore
You lying, trying waste of space.


Before our innocence was lost
You were always one of those
Blessed with lucky sevens
And the voice that made me cry.
My Oh My.

You were mother nature's son
Someone to whom I could relate
Your needle and your damage done
Remains a sorted twist of fate.
Now I'm trying to wake you up
To pull you from the liquid sky
Coz if I don't we'll both end up
With just your song to say goodbye.
My Oh My.


A song to say goodbye
A song to say goodbye
A song to say.
Before our innocence was lost
You were always one of those
Blessed with lucky sevens
And the voice that made me cry.
It's a song to say goodbye.

mercoledì 23 maggio 2007

ECOLOGICAL NYC!


Addio vecchi yellow cabs! I famigerati taxi gialli di New York entro il 2012 rimarranno solo un vago ricordo, pezzi da collezione (perché no?!) e protagonisti mitici di film ambientati nella Grande Mela.

Una mela che sta per diventare sempre più verde, per fortuna! Il sindaco di New York Micheal Bloomberg ha proposto infatti la totale sostituzione dei taxi Ford Crown Victoria, vecchiotti ed altamente inquinanti con dei nuovi taxies con impatto ambientale molto più basso. Si tratta infatti di auto ibride che riescono a ridurre i consumi, ben 14 chilometri al litro rispetto agli “attuali” che viaggiano intorno ad un consumo di 6 chilometri al litro! I nuovi cabs saranno Ford Escape e il sindaco prevede che entro il 2010 più di metà della flotta sarà già verde.
La città della contraddizione assume così una politica drastica nei confronti dell’inquinamento; Bloomberg spiega infatti che attraverso norme più severe e l’aumento del parco macchine ibride potrebbe incentivare l’abbandono di ben 32.000 auto private. Sebbene sia risaputo che a New York il rapporto auto/abitanti è molto più basso rispetto a molte grandi città o metropoli (anche italiane) e che la maggior parte dei new yorkers non dispongono di una vettura privata, la politica della città mira comunque a ridurre l’inquinamento proprio a partire dai trasporti. Le decisioni sono in qualche modo tutte coerenti per favorire una maggiore ecosostenibilità. Infatti oltre alla rivoluzione dei taxi si introdurranno anche tariffe d’ingresso alla città con vetture private (8$) e con i camion (21$). Questo ovviamente dovrebbe portare ad un’incentivo all’utilizzo dei trasporti pubblici, per i quali si ipotizzano ingenti investimenti, mirando soprattutto a forme di trasporto ecocompatibili.
Gotham Gazette, il sito delle politiche su New York propone suggerimenti per migliorare la città lasciando anche maggiore spazio agli utenti della città stessa; più spazi pubblici e più possibilità per fare degli spostamenti uno stile di vita: si propone ad esempio la possibilità di avere marciapiedi più larghi, più comodi, che possano essere un incentivo a camminare tranquillamente senza sentire il peso della claustrofobia persino in uno spazio aperto, bus più veloci. Si auspica ad un miglioramento della rete di piste ciclabili, in modo da incentivare i cittadini a spostarsi in bicicletta, almeno nella “downtown”, date le distanze facilmente percorribili di Manhattan.
C’è inoltre una giusta considerazione: che in un paese democratico tutti possano avere la stessa possibilità di movimento, perché sono pensati solo grandi spazi per strade a tre o quattro corsi e non piste ciclabili a più corsie, marciapiedi più larghi?!
Nonostante le politiche di sostenibilità intraprese e che stanno per essere ampliate rimane un dato davvero spaventoso: le emissioni della città sono incrementate approssimativamente del 9 per cento nel giro degli ultimi 10 anni. Le politiche mirerebbero soprattutto al rovesciamento di questo trend.
Come città d’avanguardia NY pone un ottimo esempio che molte altre città dovrebbero seguire: evviva la new Green Big Apple!

www.repubblica.it/2007/05/sezioni/ambiente/taxy-ny/taxy-ny/taxy-ny.html

www.gothamgazette.com/article//20061016/202/2000

mercoledì 16 maggio 2007

SETTIMANA DELL'ARTE

Per la serie in Italia siamo pieni di bellezze artistiche e culturali ma non lo facciamo sapere a nessuno (neppure agli italiani). Leggo, entrando nella sezion Arte del sito di Repubblica, che dal 12 al 20 maggio 2007 è la Settimana dei beni culturali. Ok, uno dice. Ok, come mai non ci dicono che tutta quella cultura condensata in pezzi, reperti, architettura è gratuita?? In alcuni musei anche ingressi a mostre e addirittura visite guidate sono gratuite.
Quale migliore occasione per una visita in luoghi che non abbiamo mai visto? Troppo spesso con la bella stagione progettiamo week end all’estero all'insegna della cultura e dell'arte, quando non ci rendiamo conto che tutto questo regna sovrano a casa nostra?!
Di Brescia, che tanto si proclama città d'arte, non ho trovato nessun tipo di iniziativa. C'è Sirmione a riscattarci, con l'apertura delle Grotte di Catullo , una villa romana, con annesso museo che esporrà reperti dell'epoca romana e longobarda rinvenuti recentemente. Sarebbero poi pronte nel centro del paese, due nuove aree archeologiche.
Una bella occasione per una domenica alternativa, no?
Fra le altre cose che reputo interessanti, Milano, Stazione Centrale, apertura della Sala Reale, che fa parte del progetto di riqualificazione della stazione.
Fra le altre cose il Ministro per i Beni Culturali, Francesco Rutelli ha voluto comunicare che a partire dall'anno successivo la Settimana dei Beni Culturali verrà anticipata a marzo, per destagionalizzare il turismo ed evitare città congestionate solo in determinati periodi. La scoperta è stata fatta. Meglio tardi che mai.
"Bussate e vi sarà aperto" è lo slogan dell'iniziativa. Speriamo.

mercoledì 9 maggio 2007

RON MUECK


Me n'ero quasi scordata...e poi stamattina, non so per quale strano ed assurdo motivo, la mia mente ha cominciato a chiedermi di ripescare il nome di quell'artista che avevo potuto ammirare qualche anno fa alla National Gallery of Art di Washington D.C e che mi sono sorpresa spesso a fissare ed a ri-fissare sulle slides mentre preparavo il mio esame di arte.
Per fortuna internet è un mezzo potentissimo (ma non è questo il punto) perchè la mia mente non ci sarebbe arrivata. O meglio, non stamattina.
Ron Mueck, australiano. Soggetto che per molto tempo nella sua vita è stato estraneo all'arte; è un produttore di film e programmi per bambini, pubblicità e creatore di effetti speciali.
Dal 97, ha scelto di dedicare il suo talento ad un'altra forma artistica, la scultura in primis con la mostra "Sensations:works of art form the Saatchi Collection" alla Royal Academy di Londra.
Le sue sculture sono una serie di persone, di dimensioni spropositate: donne e uomoni molto grandi rispetto alle dimensioni naturali oppure anziani piccolissimi. La particolarità è che tutto è curato con i minimi dettagli e a queste sculture manca solo la parola ed il respiro per poter dire che sono effettivamente viventi; i particolari riflettono l'imperfezione degli esseri umani: non sono riproduzioni in silicone di modelli classici rappresentanti la bellezza perfetta e chiasmatica, ma sono esseri sproporzionati ed imperfetti ed è per questo che suscitano nei visitatori emozioni; nessuno potrebbe lasciare una sala senza aver avuto un momento per ammirare queste figure: un misto di tenerezza, compassione, comprensione. Quasi come comunicassero il loro stato d'animo.
Mueck sottolinea che potrebbe volutamente renderli ridicoli con le loro imperfezioni, ma non lo fa. Occuparsi di un essere umano e della sua integrità e dignità non è di certo una cosa semplice. E le creature di Mueck sono solo sculture in vetroresina e silicone.
Il concetto è chiaro, no?

sabato 5 maggio 2007

Nothern Sky

Inserisco il testo di una canzone di Nick Drake, cantautore inglese nato in Birmania alla fine degli anni 40'. Non credo sia molto conosciuto anche perchè non ha prodotto numerosi album: è stato trovato morto a 28 anni per overdose di tryptizol; l'ho scoperto volendo ripescare a tutti i costi quel magnifico giro di chitarra alla fine del film "Serendipity", per intenderci quello delle occasioni, del destino e i fortunati incidenti con John Cusack e Kate Beckinsale. Proprio mentre lui sconsolato si sdraia pensoso sullo skaten rink di Rockfeller a NY, Nick Drake attacca con il suo motivo. Dolce, carico di malinconia nel ritmo e nella voce. Malinconia autoprodotta, per il piacere di sentirsi tristi in modo dolce, secondo il pensiero dei Romantici. Nick Drake si ispira molto a questo periodo artistico ma è affascinato anche dal simbolismo e le sue canzoni, questa è solo un esempio, sono cariche di figure simboliche spesso riferite alla natura, come il vento ed il cielo, la luna, la brezza, il mare che celano significati molto più profondi.
Tratta dall'album "Bryter Later", questa è "Nothern Sky".

I never felt magic crazy as this. I never saw moons, knew the meaning of the sea.
I never held emotion in the palm of my hand or felt sweet breezes in the top of a tree
but now you're here, brighten my northern sky.

Been a long time that I'm waiting, been a long that I'm blown.
Been a long time that I've wandered through the people I have known.
Oh, if you would and you could straighten my new mind's eye.

Would you love me for my money? Would you love me for my head?
Would you love me through the winter? Would you love me till I'm dead?
Oh, if you would and you could come blow your horn on high.

I never felt magic crazy as this, I never saw moons knew the meaning of the sea.
I never held emotion in the palm of my hand or felt sweet breezes in the top of a tree.
But now you're here, brighten my northern sky.

www.nickdrake.altervista.org
www.wikipedia.it

mercoledì 2 maggio 2007

CERCANDO ALASKA

Questo è un esempio di come i libri possano indurre a dipendenza. Specialmente se si ha qualcosa di molto più palloso da fare, come studiare.
Ieri ho letto un libro. Non che mi aspettassi chissà cosa da un libro consigliato ai teeneagers; ad essere sincera ero rimasta affascinata dalla copertina: la fotografia del viso di una bambolina di plastica con due occhioni giganti che si tappa la bocca con una manina piccola piccola, direi quasi sproporzionata rispetto alla testa.
Ma veniamo al dunque: il libro si chiama "Cercando Alaska. Chi sei? Chi eri? E perchè te ne sei andata?" ed è la storia di un'amicizia fra sedicenni in un liceo-campus. Miles, il protagonista che narra in prima persona la vicenda viene dalla Florida e per lui questo è il primo anno lontano da casa. Conoscerà Chip, soprannominato Colonnello, arrivato in quella scuola grazie ad una borsa di studio e Alaska, una studentessa divertente ed affascinante ma alquanto strana e lunatica. La vicenda gira in torno alle scorribande del gruppo che, con Takumi e Lara cercherà di vendicarsi con i cosiddetti Settimana Corta, ovvero quei ragazzi benestanti che li bersagliano con scherzi piuttosto pesanti perchè li credono artefici dell'espulsione di una loro amica l'anno precedente.
Con il passare del tempo Miles, al liceo Ciccio, scoprirà di provare un sentimento forte nei confronti della sua amica Alaska, che pare ricambiare.
Poi più niente. Alaska non c'è più. Muore tentando di fuggire dal campus schiantandosi dritta e veloce contro un'auto della polizia. I suoi amici cercheranno di capire perchè l'ha fatto, cos'è successo e chi è colpevole.
Nel frattempo Miles è alla ricerca della sua amica, per capire meglio chi era, nonostante non ci sia più.
E la cosa fa pensare. Chi di noi non ha un' Alaska che cerca di raggiungere invano? Un'amico che lascia un segno indelebile nella nostra vita ma che per qualche motivo poi sparisce, PAFF! non lascia traccia di sè, non si fa più sentire.
Quanti come Miles vorrebbero gridare : non puoi sconvolgermi la vita e poi sparire!" perchè di una persona che lascia il segno, che ci cambia ne abbiamo costantemente bisogno. Come uno stimolo a guardare avanti o a cambiare prospettiva di vita l'Alaska entra nella nostra vita e per un po' ci fa stare bene. Quando d'improvviso si toglie di mezzo rimaniamo come in preda ad un'astinenza dalla quale sembra non riusciremo mai ad uscirne. Quasi come se fosse lì a lenire il dolore per poi lasciarci soli in un dolore più grande.
Miles ce la fa. Trova il coraggio di uscire dal suo labirinto di dolore.
Questo libro è più profondo di quanto mi fossi mai aspettata. Ne verrà tratto un film curato dallo stesso produttore di the O.C.
Quanto alla bambolina che tanto mi aveva colpito è una Blythe, una specie di bambola con la testa molto grande e gli occhi enormi di cui ce ne sono molti modelli, con capelli e stili fra i più disparati. La copertina del libro in versione inglese raffigura invece una candela appena spenta che fa fumo...forse più simbolica e metaforica.
Ma sicuramente non così bella ed accattivante al punto da convincermi che il libro con tale copertina sarebbe stato sicuramente bello.

sabato 28 aprile 2007

IKOS FESTIVAL

Finalmente Brescia cerca di darsi lustro...è un vero peccato in effetti che una città così ricca di storia e di cultura sia associata da sempre solo ad armi ed acciaierie.
C'è ben altro dietro e quest'altro si chiama storia.
Purtroppo però a volte bellezze paesaggistiche, culturali e artistiche non bastano ed ecco che entrano in campo gli eventi: Ikos sembra proprio attinente al progetto di Brescia come città d'arte e cultura...finalmente!! 9 giornate, dal 5 al 13 maggio descritte come "maratona nell'arte". Ikos, spiega il sito stesso (per chi come me ignora totalmente greco e latino) in greco significa città, quindi un contesto tutto da vivere, creato proprio per i cittadini, i quali - continua l'introduzione all'evento- potranno perdersi nell'incontro fortuito, nell'abbandono alla città stessa. E poi bello, un luogo dove l'immaginazione arriva più lontano della vista. Ci mancava.
Dopo mostre e solo mostre che ormai sembrano solo tendenza qualcosa che pare davvero innovativo. Ne sono proprio curiosa.

9-13 maggio Ikos festival

  • Piazza Tebaldo Brusato
  • Piazza Paolo VI
  • Nave di Harlock
  • Teatro Sociale
  • Teatro Centro Lucia (Botticino)
www.ikosfestival.net

venerdì 27 aprile 2007

Il sapore di un buon libro


Recentemente ho fatto una selezione di libri che avessero come tema il cibo.
So che è un tema ormai scontato, che è semplice ritrovare il binomio libri e cucina, che la letteratura è portavoce di questa vera e propria mania per la gastronomia.
Ne siamo tutti un po' vittime...che ci vuoi fare? In ogni caso non è stato neppure semplicissimo mettersi a cercare libri che parlassero di cucina ed autori che spiegassero il loro amore per il cibo; la maggior parte delle volte, infatti, davanti a zenzero, cannella, zafferano e fiori d'arancio si rischia di essere totalmente fuori tema: sono molteplici i titoli di romanzi che utilizzano il cibo come metafora...
Questi, sebbene letti, riletti e stra-letti sono quelli che meglio parlano di questa passione..fra quelli che io conosca, of course!

  • Laura Esquivel- Dolce come il cioccolato
  • Karen Blixen - Il pranzo di Babette
  • Fannie Flagg - Pomodori verdi fritti
  • Fannie Flagg - Pane, cose e cappuccino
  • AAVV - Confesso che ho bevuto
  • Anthony Bourdain - Kitchen Confidential
  • Irvine Welsh - I segreti erotici dei grandi chef
  • Stewart Lee Allen - Nel giardino del diavolo
  • Clara Sereni - Casalinghitudine
  • Clara Sereni - Passami il sale
  • Angela Carter - La donna pomodoro
  • Isabel Allende - Afrodita
  • Bruno Gambarotta - Il codice Gianduiotto
  • William Black - I bucatini di Garibaldi
  • Paola Sorge - A tavola con D'Annunzio
  • Philippe Delerm - Pagine e cioccolato
  • Philippe Delerm - La prima sorsata di birra
  • Apicio - La cucina dell'antica Roma
  • Marck Crick - La zuppa di Kafka
  • Giannotti - Zucchero a velo
  • Roberto Lionetti - Cotto a puntino
  • Simone Perotti - Zenzero e nuvole
  • Danila Comastri Montanari - Ricette per un delitto: 10 racconti gialli
  • Enokiller: Il sapore giallo noir del vino

giovedì 26 aprile 2007

Cogito ergo sum - O così mi pare

Ritorno sull'argomento anche se è pura incoerenza con quanto ho detto nel messaggio iniziale del blog: sarà la prima e l'ultima volta che inserisco un pensiero personale.
Non ve ne deve fregare nulla!
Pare invece che i blog spesso abbiano successo per questo motivo: la gente si fa i fatti altrui online..ma non basta comprarsi un libro? Una biografia? Chi? Mai sentito parlare?
Se non racconti nulla di te pare che la gente non sia interessata...che tristezza...questo mondo gossippettaro (parola inventata di sana pianta alle 18.27) chissà dove ci porterà?!
In ogni caso, niente pensiero-mania, non ha senso. Perchè appena leggi dimentichi quanto hai letto perchè sono cose che non ti toccano (a parte il "sì, una volta è capitato anche a me") che non ti riguardano. Spiegatemi questa insistenza nel voler costantemente mettere al corrente gli altri di quante volte abbiamo mangiato un cheeseburger ipercalorico, portato fuori il cane e palle varie.
Perchè mai niente di più serio che sempre noi stessi? Massa di egoisti e egocentrici..scriviamo per noi e di noi. Che schifo!
P.S:Oggi, gran bella giornata.

mercoledì 18 aprile 2007

Say Goodbye

Solo rievocando il titolo si può vedere la spiaggia di Long Island in inverno con molto vento.
E la sua foto, Delfina Rattazzi, giovanissima.
Say Goodbye è proprio il libro che racconta i suoi vent'anni a New York nelgi anni 70'.
Scusate se è poco.
I vent'anni. Credo nessuno abbia nulla da dire, l'età più bella.
A New York. Una delle città più affascinanti della terra per il suo meltin'pot, per i continui stimoli, per il suo essere così culla di tendenze e movimenti.
Negli anni 70'. Anni che non tornano. Anni che i ventenni di oggi (tra i quali la sottoscritta) possono solo tentare di immaginare, possono solo tentare di capire.
Mettiamoci pure Andy Wahrol, Jackie Onassis, De Koonitz, Norman Mailer, Mick Jagger. Solo alcuni fra i tanti.
E lei, italiana d'origine, cresciuta in argentina. Che respira aria dei seventies newyorkesi.
Eppure, a parte quelle poche righe sul frontespizio di lei non si trova nulla. O poco e niente.
Qualcuno sa qualcosa?

giovedì 12 aprile 2007

Ho finito di leggere da qualche giorno due libri: il primo è "Finestre di Manhattan", scritto dal giornalista spagnolo Antonio Muñoz Molina; il secondo si intitola "Naif.Super", dell'autore norvegese Erlend Loe, meglio conosciuto soprattutto per i libri per bambini.
A parte che il primo, altamente descrittivo, l'ho letto in più di un mese perchè molto lento mentre il secondo in una sera, i libri sono accomunati da un luogo che fa da sottofondo, set, alle vicende, o meglio alle passeggiate: New York.
Il primo autore riporta una descrizione multiprospettica di strade, musei, negozi, volti. Il secondo narra la vicenda di un giovane di venticinque anni, apparentemente senza progetti che in quella città magica trova finalmente un senso alle cose.
Fin qui, si dirà, tutto ok. La cosa che più mi ha meravigliato è ritrovare lo stupore di entrambi nel descrivere l'uomo che suona con vecchi fustini di latta, secchi e produce dei ritmi stupendi. E' possibile che sia lo stesso uomo? La cosa mi affascina. Molto. Il pensiero che probabilmente potrebbero averlo osservato negli stessi giorni è incredibile. Quasi sicuramente posso dire che non è vero, ma mi piace immaginarlo.
Precisamente non ricordo dove l'abbiano incontrato, ma di certo al prossimo viaggio a NY lo cercherò.

mercoledì 21 marzo 2007

Non l'avrei mai pensato!

Ma dai!
Scopro da Wikipedia, alla quale mi rivolgo ogni qualvolta non so qualcosa (molto spesso per non essere impreparata di fronte a conversazioni sui più svariati argomenti), perchè leggo dal sito "Leggi e vai" che Gilbert & George esporranno tutte le loro opere dal 1971 ad oggi alla Tate Modern a Londra.
La curiosità viene perchè conosco poco dei due artisti ma la cosa che più mi piace è che si pongono in modo molto anticonvenzionale nei confronti di problemi o situazioni della società.
Mi piace anche il fatto che da artisti "si pongano", a dire il vero.
Lo stupore arriva quando leggendo la loro biografia vedo che Gilbert è nato in Sud Tirol... eppure quell'aria da vero gentleman inglese nasconde bene la sua origine...che uno non sospetta neppure lontanamente.
Dice proprio così il sito: Gilbert Proesch, nato in Sud Tirol, Italia il l'11 settembre 1943.
So che la cosa è banale, ma il solo saperlo mi ha reso felice.
Una cosa mi è dispiaciuta: ne parla solo la versione inglese di Wikipedia.

lunedì 19 marzo 2007

Luca Sofri - Playlist


Un libro che ci voleva proprio nel mondo dell’mp3, dell’Ipod e della musica pret-a-porter. Luca Sofri propone storie di gruppi e di cantanti che hanno dominato la sfera musicale degli ultimi quarant’anni, indicando e commentando le discografie. Il che implica che anche se ci sono gruppi a voi sconosciuti fino alla lettura del libro, verrete presi dalla voglia di approfondire le vostre conoscenze in ambito musicale e aprire i vostri orizzonti.
Come se non bastasse, l’autore si è divertito a proporre percorsi musicali e tematici…per creare delle vere e proprie playlist già farcite e confezionate per i più pigri!

Cito una frase secondo me vera e bellissima che riesce a rendere bene l'idea della musica dal libro di cui sopra:

“Chi ascolta la radio sa che nel meccanismo delle “oldies” i vecchi pezzi che nella programmazione vengono mescolati con noiose ed omologate playlist usa e getta, ci sono dei classici immarcescibili. Canzoni che sembrano fatte apposte per essere trasmesse alla radio nei secoli dei secoli, Amen”