mercoledì 9 maggio 2007

RON MUECK


Me n'ero quasi scordata...e poi stamattina, non so per quale strano ed assurdo motivo, la mia mente ha cominciato a chiedermi di ripescare il nome di quell'artista che avevo potuto ammirare qualche anno fa alla National Gallery of Art di Washington D.C e che mi sono sorpresa spesso a fissare ed a ri-fissare sulle slides mentre preparavo il mio esame di arte.
Per fortuna internet è un mezzo potentissimo (ma non è questo il punto) perchè la mia mente non ci sarebbe arrivata. O meglio, non stamattina.
Ron Mueck, australiano. Soggetto che per molto tempo nella sua vita è stato estraneo all'arte; è un produttore di film e programmi per bambini, pubblicità e creatore di effetti speciali.
Dal 97, ha scelto di dedicare il suo talento ad un'altra forma artistica, la scultura in primis con la mostra "Sensations:works of art form the Saatchi Collection" alla Royal Academy di Londra.
Le sue sculture sono una serie di persone, di dimensioni spropositate: donne e uomoni molto grandi rispetto alle dimensioni naturali oppure anziani piccolissimi. La particolarità è che tutto è curato con i minimi dettagli e a queste sculture manca solo la parola ed il respiro per poter dire che sono effettivamente viventi; i particolari riflettono l'imperfezione degli esseri umani: non sono riproduzioni in silicone di modelli classici rappresentanti la bellezza perfetta e chiasmatica, ma sono esseri sproporzionati ed imperfetti ed è per questo che suscitano nei visitatori emozioni; nessuno potrebbe lasciare una sala senza aver avuto un momento per ammirare queste figure: un misto di tenerezza, compassione, comprensione. Quasi come comunicassero il loro stato d'animo.
Mueck sottolinea che potrebbe volutamente renderli ridicoli con le loro imperfezioni, ma non lo fa. Occuparsi di un essere umano e della sua integrità e dignità non è di certo una cosa semplice. E le creature di Mueck sono solo sculture in vetroresina e silicone.
Il concetto è chiaro, no?

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