sabato 28 aprile 2007

IKOS FESTIVAL

Finalmente Brescia cerca di darsi lustro...è un vero peccato in effetti che una città così ricca di storia e di cultura sia associata da sempre solo ad armi ed acciaierie.
C'è ben altro dietro e quest'altro si chiama storia.
Purtroppo però a volte bellezze paesaggistiche, culturali e artistiche non bastano ed ecco che entrano in campo gli eventi: Ikos sembra proprio attinente al progetto di Brescia come città d'arte e cultura...finalmente!! 9 giornate, dal 5 al 13 maggio descritte come "maratona nell'arte". Ikos, spiega il sito stesso (per chi come me ignora totalmente greco e latino) in greco significa città, quindi un contesto tutto da vivere, creato proprio per i cittadini, i quali - continua l'introduzione all'evento- potranno perdersi nell'incontro fortuito, nell'abbandono alla città stessa. E poi bello, un luogo dove l'immaginazione arriva più lontano della vista. Ci mancava.
Dopo mostre e solo mostre che ormai sembrano solo tendenza qualcosa che pare davvero innovativo. Ne sono proprio curiosa.

9-13 maggio Ikos festival

  • Piazza Tebaldo Brusato
  • Piazza Paolo VI
  • Nave di Harlock
  • Teatro Sociale
  • Teatro Centro Lucia (Botticino)
www.ikosfestival.net

venerdì 27 aprile 2007

Il sapore di un buon libro


Recentemente ho fatto una selezione di libri che avessero come tema il cibo.
So che è un tema ormai scontato, che è semplice ritrovare il binomio libri e cucina, che la letteratura è portavoce di questa vera e propria mania per la gastronomia.
Ne siamo tutti un po' vittime...che ci vuoi fare? In ogni caso non è stato neppure semplicissimo mettersi a cercare libri che parlassero di cucina ed autori che spiegassero il loro amore per il cibo; la maggior parte delle volte, infatti, davanti a zenzero, cannella, zafferano e fiori d'arancio si rischia di essere totalmente fuori tema: sono molteplici i titoli di romanzi che utilizzano il cibo come metafora...
Questi, sebbene letti, riletti e stra-letti sono quelli che meglio parlano di questa passione..fra quelli che io conosca, of course!

  • Laura Esquivel- Dolce come il cioccolato
  • Karen Blixen - Il pranzo di Babette
  • Fannie Flagg - Pomodori verdi fritti
  • Fannie Flagg - Pane, cose e cappuccino
  • AAVV - Confesso che ho bevuto
  • Anthony Bourdain - Kitchen Confidential
  • Irvine Welsh - I segreti erotici dei grandi chef
  • Stewart Lee Allen - Nel giardino del diavolo
  • Clara Sereni - Casalinghitudine
  • Clara Sereni - Passami il sale
  • Angela Carter - La donna pomodoro
  • Isabel Allende - Afrodita
  • Bruno Gambarotta - Il codice Gianduiotto
  • William Black - I bucatini di Garibaldi
  • Paola Sorge - A tavola con D'Annunzio
  • Philippe Delerm - Pagine e cioccolato
  • Philippe Delerm - La prima sorsata di birra
  • Apicio - La cucina dell'antica Roma
  • Marck Crick - La zuppa di Kafka
  • Giannotti - Zucchero a velo
  • Roberto Lionetti - Cotto a puntino
  • Simone Perotti - Zenzero e nuvole
  • Danila Comastri Montanari - Ricette per un delitto: 10 racconti gialli
  • Enokiller: Il sapore giallo noir del vino

giovedì 26 aprile 2007

Cogito ergo sum - O così mi pare

Ritorno sull'argomento anche se è pura incoerenza con quanto ho detto nel messaggio iniziale del blog: sarà la prima e l'ultima volta che inserisco un pensiero personale.
Non ve ne deve fregare nulla!
Pare invece che i blog spesso abbiano successo per questo motivo: la gente si fa i fatti altrui online..ma non basta comprarsi un libro? Una biografia? Chi? Mai sentito parlare?
Se non racconti nulla di te pare che la gente non sia interessata...che tristezza...questo mondo gossippettaro (parola inventata di sana pianta alle 18.27) chissà dove ci porterà?!
In ogni caso, niente pensiero-mania, non ha senso. Perchè appena leggi dimentichi quanto hai letto perchè sono cose che non ti toccano (a parte il "sì, una volta è capitato anche a me") che non ti riguardano. Spiegatemi questa insistenza nel voler costantemente mettere al corrente gli altri di quante volte abbiamo mangiato un cheeseburger ipercalorico, portato fuori il cane e palle varie.
Perchè mai niente di più serio che sempre noi stessi? Massa di egoisti e egocentrici..scriviamo per noi e di noi. Che schifo!
P.S:Oggi, gran bella giornata.

mercoledì 18 aprile 2007

Say Goodbye

Solo rievocando il titolo si può vedere la spiaggia di Long Island in inverno con molto vento.
E la sua foto, Delfina Rattazzi, giovanissima.
Say Goodbye è proprio il libro che racconta i suoi vent'anni a New York nelgi anni 70'.
Scusate se è poco.
I vent'anni. Credo nessuno abbia nulla da dire, l'età più bella.
A New York. Una delle città più affascinanti della terra per il suo meltin'pot, per i continui stimoli, per il suo essere così culla di tendenze e movimenti.
Negli anni 70'. Anni che non tornano. Anni che i ventenni di oggi (tra i quali la sottoscritta) possono solo tentare di immaginare, possono solo tentare di capire.
Mettiamoci pure Andy Wahrol, Jackie Onassis, De Koonitz, Norman Mailer, Mick Jagger. Solo alcuni fra i tanti.
E lei, italiana d'origine, cresciuta in argentina. Che respira aria dei seventies newyorkesi.
Eppure, a parte quelle poche righe sul frontespizio di lei non si trova nulla. O poco e niente.
Qualcuno sa qualcosa?

giovedì 12 aprile 2007

Ho finito di leggere da qualche giorno due libri: il primo è "Finestre di Manhattan", scritto dal giornalista spagnolo Antonio Muñoz Molina; il secondo si intitola "Naif.Super", dell'autore norvegese Erlend Loe, meglio conosciuto soprattutto per i libri per bambini.
A parte che il primo, altamente descrittivo, l'ho letto in più di un mese perchè molto lento mentre il secondo in una sera, i libri sono accomunati da un luogo che fa da sottofondo, set, alle vicende, o meglio alle passeggiate: New York.
Il primo autore riporta una descrizione multiprospettica di strade, musei, negozi, volti. Il secondo narra la vicenda di un giovane di venticinque anni, apparentemente senza progetti che in quella città magica trova finalmente un senso alle cose.
Fin qui, si dirà, tutto ok. La cosa che più mi ha meravigliato è ritrovare lo stupore di entrambi nel descrivere l'uomo che suona con vecchi fustini di latta, secchi e produce dei ritmi stupendi. E' possibile che sia lo stesso uomo? La cosa mi affascina. Molto. Il pensiero che probabilmente potrebbero averlo osservato negli stessi giorni è incredibile. Quasi sicuramente posso dire che non è vero, ma mi piace immaginarlo.
Precisamente non ricordo dove l'abbiano incontrato, ma di certo al prossimo viaggio a NY lo cercherò.