giovedì 12 aprile 2007

Ho finito di leggere da qualche giorno due libri: il primo è "Finestre di Manhattan", scritto dal giornalista spagnolo Antonio Muñoz Molina; il secondo si intitola "Naif.Super", dell'autore norvegese Erlend Loe, meglio conosciuto soprattutto per i libri per bambini.
A parte che il primo, altamente descrittivo, l'ho letto in più di un mese perchè molto lento mentre il secondo in una sera, i libri sono accomunati da un luogo che fa da sottofondo, set, alle vicende, o meglio alle passeggiate: New York.
Il primo autore riporta una descrizione multiprospettica di strade, musei, negozi, volti. Il secondo narra la vicenda di un giovane di venticinque anni, apparentemente senza progetti che in quella città magica trova finalmente un senso alle cose.
Fin qui, si dirà, tutto ok. La cosa che più mi ha meravigliato è ritrovare lo stupore di entrambi nel descrivere l'uomo che suona con vecchi fustini di latta, secchi e produce dei ritmi stupendi. E' possibile che sia lo stesso uomo? La cosa mi affascina. Molto. Il pensiero che probabilmente potrebbero averlo osservato negli stessi giorni è incredibile. Quasi sicuramente posso dire che non è vero, ma mi piace immaginarlo.
Precisamente non ricordo dove l'abbiano incontrato, ma di certo al prossimo viaggio a NY lo cercherò.

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